Otranto
Porta d’Oriente
È un libro con migliaia di pagine quello sulla storia di Otranto. Nell’antichità era chiamata Hydruntum, per via del fiume Idro che l’attraversava. Dopodiché fu per mille anni il principale porto italiano verso Oriente, lo fu durante l’impero romano, e poi sotto la dominazione bizantina e normanna, perché fungeva da polo di collegamento tra Venezia, i Balcani e il Levante.
C’è poi il capitolo sul XV secolo, un periodo difficile e sanguinoso, durante il quale Otranto fu oggetto di invidia da parte delle località vicine e delle scorribande dei turchi, che in combutta con Venezia contro il regno di Napoli attaccarono la città nel 1480, trucidando 800 fedeli idruntini che si erano rifiutati di convertirsi all’Islam.






Torre Alfonsina
Si tratta della porta principale della città aragonese, che, collocata in posizione contrapposta al Castello, recuperava probabilmente l’ingresso alla cittadella di epoca medievale e forse anche messapica, come si evince da alcuni resti, inglobati all’interno della galleria, nella zona centrale.
Nella prima configurazione risultava composta da due mezze torri affiancate, con la porta al centro ed un percorso per raggiungerla, scoperto superiormente.
Anteriormente era protetta da un rivellino triangolare e da un fossato superabile attraverso un ponte levatoio. Le due mezze Rondelle hanno caratteristiche simili a quelle angolari del circuito fortificato, come la Duchesca, con una prima parte a parete verticale, una seconda a scarpa, separata con un toro da una terza porzione a parete verticale, dalla quale sporge il coronamento superiore sorretto da beccatelli e archetti ciechi.

Chiesa di San Pietro
È uno degli edifici medievali del Mezzogiorno più rappresentativi della tradizione costruttiva bizantina e rimane la più alta e viva espressione dell’arte bizantina in Puglia. L’edificio sacro rappresentò, probabilmente, la prima basilica della città, eletta metropoli nel 968 e alle dirette dipendenze della sede patriarcale di Costantinopoli.
La pianta quadrata, a croce greca, inscritta, rientra nei dettami dell’architettura religiosa bizantina. All’interno, tre piccole navate sono sormontate da una cupola centrale, sorretta da quattro colonne. L’altare dell’abside centrale è stato eretto nel 1841; a sinistra dell’entrata sono conservati alcuni elementi dell’altare barocco deposto nel 1948 che, sulla parete nord, era dedicato a San Pietro. Nelle tre absidi sul fondo si dispongono gli splendidi affreschi in stile bizantino databili al X-XI secolo. Le pitture più antiche sono la Lavanda dei Piedi, che raffigura il Cristo nimbato nell’atto di sollevare la gamba di san Pietro, e l’Ultima Cena. Al XIV secolo sono ascrivibili la Natività di Gesù, la Pentecoste e la Resurrezione, mentre all’ultima fase del XVI secolo la Presentazione al Tempio e altre figure di santi.

Castello Aragonese
Il Castello, nella sua configurazione iniziale, di fine ‘400, si presentava a forma di quadrilatero, con ai vertici quattro Rondelle, con quella rivolta verso il mare in posizione più sporgente.
La configurazione che oggi osserviamo è frutto di costanti modificazioni, che interessarono la fortezza per tutto il ‘500, imposte dalla continua evoluzione e perfezionamento delle armi da fuoco.
È delimitato su tutti i lati da un profondo fossato che viene superato all’ingresso con un ponte, oggi con arco in pietra e calpestio in legno, probabilmente in origine di tipo levatoio.
Un corridoio stretto immette direttamente nell’atrio del piano terra. Attraversandolo si nota l’ispessimento della facciata realizzato agli inizi del ‘500. Tutti gli ambienti del piano, sviluppati a ridosso delle cortine esterne, a pianta rettangolare o quadrata, si affacciano sul cortile interno e sono coperti da sistemi a volta.

Cattedrale di Santa Maria Annunziata
La cattedrale, edificata sui resti di un villaggio messapico, di una domus romana e di un tempio paleocristiano, fu fondata nel 1068 dal vescovo normanno Guglielmo. È una sintesi di diversi stili architettonici comprendendo elementi bizantini, paleocristiani e romanici.
La facciata medievale a salienti è stata oggetto di numerosi rimaneggiamenti susseguitisi nei secoli. All’indomani delle devastazioni inflitte nel corso dell’occupazione turca del 1480, fu edificato il grande rosone a 16 raggi con fini trafori gotici di forma circolare convergenti al centro, secondo i canoni dell’arte gotico-araba. Nel 1674 fu aggiunto il portale barocco, composto da due mezze colonne scanalate per lato che sorreggono l’architrave con lo stemma dell’arcivescovo Gabriel Adarzo de Santander retto da due angeli. Ai lati della facciata si aprono due monofore.
Un altro portale minore è presente sul lato sinistro della basilica; fu edificato tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo da Nicolò Fernando per volontà dell’arcivescovo Serafino da Squillace che fece scolpire la propria figura sulla struttura.
L’interno possiede una pianta a tre navate absidate, scandite da dodici archi a loro volta sorretti da quattordici colonne di granito con capitelli differenti.
Gli affreschi parietali rimanenti evidenziano tracce bizantine, come l’immagine della Madonna col Bambino nella navata sinistra. Lungo le navate laterali sono visibili sei altari dedicati alla Resurrezione di Gesù, a san Domenico di Guzman, alla Madonna Assunta, alla Pentecoste, alla Visitazione della Beata Vergine Maria e a sant’Antonio da Padova.
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